Foto di Silvia Paggio
Ci sono gare che ti vengono servite in un piatto d’argento dove devi solo fare il tuo dovere per ottenere un grande risultato. Avete presente quando in un Gran Premio di F1 arriva un nubifragio e un outsider, abituato alle ultime posizioni, si trova improvvisamente catapultato sul podio e lo stesso compie un errore all’ultimo giro vanificando tutto ? ecco questo sintetizza la mia gara. Ma andiamo con ordine.
Puntavo molto su questa gara, tutta su asfalto, generalmente mossa con una bella salita. Anche le previsioni meteo promettono pioggia leggera, pane per i miei denti. Unico dubbio la distanza, quegli 8Km a metà strada tra i 10.000 da trattare con rispetto ed i 5.000 da divorare, che io non ho mai fatto in gara.
Arrivo a Viverone giusto in tempo per vedere la partenza della gara più lunga, i 18 Km. Noto che gran parte dei podisti più veloci si buttano su quella. La mia gara ha tanti partecipanti ma la qualità non è il massimo, mi guardo attorno e valuto una top 20 facile facile ma so che mi sto tenendo “largo”.
Nel frattempo c’è ancora il sole, una afa terrificante e prego che le nuvole che vedo all’orizzonte arrivino il prima possibile. Nuvole che non arriveranno…
Il riscaldamento è difficile, noto che mi manca subito l’aria, peggio della gara di giovedì in mezzo alle risaie.
Ho una tattica ben precisa in testa, i primi due Km sono un susseguirsi di leggerissime variazioni di pendenza ma l’idea è di tenere duro e di fare la successiva salita “vera” con risparmio. La discesa successiva mi dovrebbe lanciare verso un recupero negli ultimi 3 Km.
Si parte, la partenza è lentissima e mi destabilizza un po’, io decido di fare il mio passo e mi lancio sulle prime micro salitelle. Mi trovo in un gruppetto con due altri partecipanti uno dei due giovanissimo. Più avanti, solitario, c’è un’atleta della Braga Runner. Sono quarto e le sensazioni sono buone. Il ragazzo giovane improvvisamente aumenta il ritmo ed ecco il mio primo errore, il più grave, quello determinante. Decido di seguirlo anche perchè mi pare che il primo abbia mollato un po’. Il primo Km l’ho fatto in 4’15”, veloce ma gestibile. Il secondo Km prevede una leggera salitella continua ma preso dall’emozione di trovarmi tra i primi non la “rispetto” e vado fuori giri. Il ragazzo mi stacca, ma non me ne frega molto, sono terzo, la gente applaude e sono gasatissimo. A fine gara saprò di aver fatto il secondo Km in 4’20” con 500 metri di salita. Arrivo a Masseria sempre terzo, ma improvvisamente mi manca il fiato, l’afa e la mia condotta dissennata me la stanno facendo pagare. Devo rallentare. Mi raggiunge un’altro concorrente e mi supera a velocità doppia. Attacco la salita al quarto posto ma sono al gancio ed iniziare la salita in quelle condizioni è un disastro. Rallento, mi ricordo la tattica, devo faticare meno degli altri in salita, non mi importa se mi raggiungono. Il problema è che non riesco neanche a tenere un passo decente, oltrtutto la salita per quanto leggera, sarà stata al 5-6%, è più lunga di quello che pensavo. A metà mi superano altri tre concorrenti, precipito in settima posizione. Preso dallo sconforto cammino pure per una decina di metri poi mi faccio forza e riprendo. Inizia la discesa ma fatico a recuperare, perdo ancora due posizioni, ora sono nono. Arrivo agli ultimi 3 Km e mi sembra di stare meglio. Riprendo a spingere, recupero una posizione e vedo che davanti a me, a parte i primi tre tutti quelli che ho davanti sono in gruppo. Un gruppo che va dal quarto al settimo e sono lì a non più di 5-6 secondi. Insisto ma il distacco è sempre quello poi arrivo all’ultimo Km e mi si spegne nuovamente la luce, crollo. Ma crollano anche quelli davanti a me. Chi sta meglio è il podista che ho alle spalle che mi supera sbattendomi nuovamente in nona posizione. Finirò così, nono a soli 7 secondi dal quarto posto. Mi sarebbe bastato tenere il mio passo, non seguire ritmi impossibili per cercare una improbabile vittoria ed il quarto posto sarebbe stato mio. Dopo il traguardo rimango seduto 5 minuti senza riuscire a parlare, respirando affannosamente. Spavento anche Silvia, la mia compagna, a cui devo fare un gesto per tranquillizzarla. Sono svuotato da ogni energia. Peccato davvero.
Il GPS segna Km 8,360 in 39’47” ad una media di 4’45”